Corea, la guerra dimenticata by Gastone Breccia;

Corea, la guerra dimenticata by Gastone Breccia;

autore:Gastone, Breccia; [Breccia, Gastone ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Biblioteca storica
ISBN: 9788815350794
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2019-08-15T00:00:00+00:00


Se un esercito simile si fosse trovato a combattere contro un nemico ben addestrato e armato, conclude Thompson, sarebbe stata una strage. Ma intanto l’avanzata continuava, incontrando pochi altri ostacoli che non fossero la scarsità di rifornimenti e le strade inadatte a sostenere il traffico dei mezzi a disposizione di Walker. La 27a brigata britannica del generale Basil A. Coad, sbarcata in Corea alla fine di agosto e già impegnata nei combattimenti attorno al perimetro di Pusan, prese momentaneamente la testa del I corpo d’armata di Milburn, dando prova di un’efficienza non paragonabile a quella dei reparti americani; all’alba del 17 ottobre il 1o battaglione degli Argyll and Sutherland Highlanders attraversò le linee americane iniziando ad avanzare verso nord. Pyongyang era a cinquanta chilometri, il paesaggio «idilliaco, bordato di basse colline, con risaie e frutteti e piccoli villaggi ancora intatti»[58]. Alle 09.00 il plotone di testa finì sotto il fuoco di cecchini; gli scozzesi smontarono immediatamente dagli autocarri e ripulirono il villaggio, appoggiati dal fuoco dei tre Sherman assegnati al reparto. Durante l’azione ci fu una sola perdita, il soldato Raymond Kinne, colpito a bruciapelo da un nordcoreano in abiti civili. L’avanzata continuò senza incontrare ostacoli per alcune ore. Alle 14.00 circa, a meno di cinque chilometri dalla cittadina di Sariwon, obiettivo del giorno, «accadde l’inevitabile: armi leggere e cannoni anticarro aprirono il fuoco da un frutteto sulla sinistra della strada, in corrispondenza di una curva»[59]. Gli Argylls avevano incontrato e attivato la principale linea difensiva nordcoreana sulla direttrice di Pyongyang: il maggiore David Wilson, comandante della compagnia A, si rese subito conto di trovarsi di fronte a un fire block, una posizione predisposta parallelamente alla strada, dalla quale il nemico poteva colpire agevolmente chiunque la percorresse – «una tattica che sarebbe diventata ben presto spiacevolmente familiare alle forze delle Nazioni Unite».

Senza chiedere supporto aereo, Wilson diede immediatamente gli ordini: un plotone sarebbe rimasto sulla carreggiata; un secondo plotone avrebbe condotto l’assalto; il terzo, da una modesta altura, avrebbe coperto il fianco esposto degli assalitori. Il tenente del plotone d’assalto allineò gli uomini e ordinò di inastare le baionette – «Fix bayonets!» – prima di mettersi alla loro testa. C’era un sergente veterano della battaglia di Arnhem, qualcuno dei suoi ragazzi scherzava, tutti portavano solo il basco, senza elmetto. Due giornalisti americani presenti restarono stupefatti dal comportamento e dal grido di guerra degli scozzesi, che si lanciarono in avanti «come piegati contro una raffica di burrasca, le baionette puntate verso il nemico»[60]. L’incessante e preciso fuoco di copertura del secondo plotone e dei carri armati costrinse i nordcoreani a restare nelle trincee; quando riuscirono a rialzare la testa era ormai troppo tardi, perché gli Argylls erano a pochi metri da loro e stavano già iniziando a sparare a colpo sicuro. La piccola guarnigione nemica venne massacrata senza perdite. I giornalisti americani scrissero che «era stata una dimostrazione impressionante» di come si conduce un’azione di fanteria[61]. Il maggiore Wilson avrebbe certamente commentato in maniera più sobria.

La via di Pyongyang era ormai sgombra.



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